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Distorsioni. «L'Italia chiamò»? Come si costruisce una nazione

Le nazioni non esistono in natura. Sono costruzioni culturali e, come tali, vanno guardate. trovi tutti i nostri articoli anche sul sito web:  www.lastoriatutta.org Veduta d'Italia, 1853 (Litografia Corbetta, Milano)  Inventare, immaginare Il senso di appartenenza generato dal comune risiedere in un territorio, così come lo stesso termine "nazione", ha ovviamente una lunga storia. Ma le nazioni moderne, come osservava Eric J. Hobsbawm , torcono questo concetto dichiarandosi «radicate nell'antichità piu remota», sentendosi tanto «naturali» da «non richiedere altra definizione che l'autoaffermazione». Negli stessi mesi in cui Hobsbawm scriveva questo un altro studioso, Benedict Anderson , piantava i primi tasselli della riflessione sulle «comunità politiche immaginate», «in quanto gli abitanti della più piccola nazione non conosceranno mai la maggior parte dei loro compatrioti, né li incontreranno, né ne sentiranno mai parlare, eppure nella mente di o...

L'idea nazionale ha fatto anche cose buone? Raccontiamocela bene, anche chiusi in casa

Un contributo di Francesco Filippi sui pericoli della retorica nazionalista nel discorso pubblico, perché il racconto dell'"essere italiani" può nascondere il rifiuto dell'Altro. trovi tutti i nostri articoli anche sul sito web: www.lastoriatutta.org Manifesto fascista degli anni '30 a sostegno dell'autarchia economica Marzo 2020, quinto giorno di quarantena nazionale. Tempo da film, tempo da racconti.  Uno dei racconti più solidi e affidabili di questo tempo claustrale che il morbo sta proponendo a tutti noi è il risveglio della coscienza nazionale, vera o presunta: da più parti viene un richiamo forte a un’unità di popolo imperitura, a valori comuni e unificanti, a prese di posizione patriottiche. TV, Social, vicini di casa, ci raccontano che “noi italiani” “siamo forti”. Racconti che sfociano in situazioni di paradosso quasi macabro quando delle persone chiuse in casa per farsi coraggio si cantano da un balcone all’altro “siam pronti al...

Stereotipi. Le (molte) resistenze delle donne.

La narrazione storica delle lotte e dei fenomeni di opposizione passa spesso attraverso una sostantivizzazione maschile. L’aspetto femminile nei contesti bellici è eccezione, ausilio, mai costituzione e fondamento. A partire dal settembre del ’43, però, in molti ambienti italiani sono proprio le donne a tenere insieme il tessuto sociale, ad agire da imprescindibili fondamenta, struttura logistica, baluardo morale – quando non combattenti attive – della lotta armata antifascista.  Una pagina di storia troppo frequentemente occultata, oltraggiata, non interpretata. trovi tutti i nostri articoli anche sul sito web:  www.lastoriatutta.org Marie Moravec con i figli Vlastimil (a sinistra) e Miroslav (a destra) Il volto femminile nella narrazione della memoria La capsula si spezza tra i denti. Il cianuro è amaro, sulla lingua. Nel bagno di un appartamento di Praga la signora Moravec sorride. Quando il commissario tedesco sfonda la porta con una spallata è troppo tard...