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Visualizzazione dei post da febbraio, 2020

Scorci. Dagli all'untore: la peste tra Sei e Settecento

Il dibattito sulle epidemie e sulle misure per contrastarne la diffusione è onnipresente sui mezzi di comunicazione. Vale la pena provare ad affrontarlo anche adottando uno sguardo storico. trovi tutti i nostri articoli anche sul sito web:  www.lastoriatutta.org Michel Serre, Scena della peste del 1720 a La Tourette di Marsiglia (1720), Musée Atger, Montpellier La peste nello Stato assoluto Marsiglia, 1720. È questa l'ultima volta in cui nella storia dell'Europa moderna la peste esige, in modo devastante, il suo oneroso tributo di sangue. Siamo nella Francia dell'assolutismo e la macchina amministrativa del regno è considerata il modello di efficienza e operatività a cui tutti gli altri paesi guardano con ammirazione. Il caso della peste marsigliese diventa immediatamente un banco di prova dell'efficacia degli strumenti d'intervento statale. Ed è una prova superata sul piano generale, perché, per quanto devastante, l'epidemia non si espande molt

Rimozioni. I massacri del 1937: Addis Abeba e Debre Libanos

Quanto accaduto tra febbraio e maggio del 1937 nell'“impero fascista” è una pagina di storia che andrebbe ricordata.  Ecco, sinteticamente, i fatti. trovi tutti i nostri articoli anche sul sito web:  www.lastoriatutta.org Febbraio 1937: il massacro 1937. “Yekatit 12”, il dodicesimo giorno del mese di Yekatit, corrisponde al 19 febbraio. Il Viceré d'Etiopia Rodolfo Graziani subisce un attentato. Due partigiani eritrei lanciano otto bombe a mano sulle autorità italiane: i morti sono sette e i feriti una cinquantina, tra cui lo stesso Graziani che però ne esce vivo.  I soldati italiani sparano indiscriminatamente sulla folla, provocando una prima strage. Graziani ordina che vengano attuate «le misure idonee a impedire eventuali ripercussioni», e che si agisca «col massimo rigore al primo manifestarsi di moti» (come riporta un resoconto presente nell'Archivio dell'Ufficio dello Stato Maggiore dell'Esercito), e Mussolini in un telegramma chiede un «radical